La fine di Roma. Trionfo del cristianesimo, morte dell'Impero

La fine di Roma. Trionfo del cristianesimo, morte dell'Impero

  • Downloads:3468
  • Type:Epub+TxT+PDF+Mobi
  • Create Date:2022-10-02 04:41:39
  • Update Date:2025-09-23
  • Status:finish
  • Author:Corrado Augias
  • ISBN:8806254367
  • Environment:PC/Android/iPhone/iPad/Kindle

Summary

Un tramonto e un'aurora, un declino e un'affermazione。 La fine di Roma assomiglia a due figure che si rispecchiano l'una nell'altra, ora opposte ora strettamente connesse, come lo sono due lottatori che si stringono reciprocamente nel tentativo di sopraffarsi。 In questo nuovo, affascinante affresco storico, Corrado Augias ci presenta la Roma cristiana, raccontando le storie di uomini, donne, luoghi e monumenti che caratterizzarono la fine del vecchio mondo, e annunciarono l'inizio e il trionfo di una nuova epoca。 All'inizio del IV secolo l'Impero romano contava circa settanta milioni di abitanti, e si stima che meno del dieci per cento della popolazione aderisse alla religione cristiana。 Una minoranza, ma in crescita。 Adottare dunque quella religione, ammetterla tra le fedi consentite e dichiararsene membro, fu, da parte di Costantino, un gesto di immensa audacia。 Dopo aver annientato il penultimo dei suoi concorrenti, Marco Aurelio Valerio Massenzio, nella famosa battaglia di Ponte Milvio, Costantino entrò trionfalmente a Roma percorrendo per l'intera lunghezza la via Lata (attuale via del Corso)。 Era il 29 ottobre del 312, giorno che può essere scelto come la data ufficiale di passaggio tra mondo antico e mondo cristiano。 Ma nei fatti non è proprio così。 Le date che indicano i grandi passaggi della storia umana sono sempre convenzionali。 È difficile dire da quanto tempo quei nuovi modi di sentire e di vivere avessero realmente avuto inizio, quali e quanti fattori li avessero determinati e quali altri provocarono invece il declino e la scomparsa di riti, simboli, credenze, costumi sui quali milioni di individui avevano basato la propria esistenza。 Resta che nel 324, diventato imperatore unico Costantino, la religione cristiana aveva assunto un'importanza e una dimensione mondiali e che sul finire del secolo l'imperatore Teodosio, detto il Grande, con il suo Editto di Tessalonica, la rendeva unica e obbligatoria。 Era solo un primo passo; sarebbe stato via via completato proibendo culto e sacrifici pagani con la minaccia di punizioni severissime, compresa la pena di morte。 In pochi anni i cristiani si erano trasformati da perseguitati in persecutori, e il mondo si apprestava a conoscere una nuova fase della sua storia。 Tra sapere e meraviglia, Corrado Augias ci guida sui luoghi che furono protagonisti della rivoluzione cristiana, svelando monumenti e rovine che continuano a dare potente testimonianza della fine di un mondo。 Ne risulta un'avventura affascinante – e un modo nuovo di vedere Roma – che dà alle pagine l'incanto che sempre deriva dal piacere della scoperta。

Download

Reviews

Alessandro

Mio primo lavoro di Augias。Un riassunto snello e adeguato per chi vuole avvicinarsi tema del rapporto secolare tra Cristianesimo e Impero Romano e come l'affermarsi del primo abbia, a seconda della fase storica, indebolito o dato nuova linfa al secondo。 Consigliabile per avvicinarsi all'argomento, seppure ogni tanto divaghi o cada in semplificazioni。 3。5/5 Mio primo lavoro di Augias。Un riassunto snello e adeguato per chi vuole avvicinarsi tema del rapporto secolare tra Cristianesimo e Impero Romano e come l'affermarsi del primo abbia, a seconda della fase storica, indebolito o dato nuova linfa al secondo。 Consigliabile per avvicinarsi all'argomento, seppure ogni tanto divaghi o cada in semplificazioni。 3。5/5 。。。more

Come Musica

Quando ha inizio la fine di Roma e quale evento decreta la morte dell'Impero? Se questa domanda fosse posta a uno studente X, egli, rifacendosi a quanto si racconta sui libri di Storia, saprebbe rispondere in maniera facile: la caduta dell'Impero romano d'Occidente venne formalmente fissata nel "476 d。C。, anno in cui Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augusto"。 E se il professore di questo studente X fosse Corrado Augias, sono sicura che commenterebbe così: "La tua ris Quando ha inizio la fine di Roma e quale evento decreta la morte dell'Impero? Se questa domanda fosse posta a uno studente X, egli, rifacendosi a quanto si racconta sui libri di Storia, saprebbe rispondere in maniera facile: la caduta dell'Impero romano d'Occidente venne formalmente fissata nel "476 d。C。, anno in cui Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augusto"。 E se il professore di questo studente X fosse Corrado Augias, sono sicura che commenterebbe così: "La tua risposta è incompleta。 Argomentala meglio。" La fine di Roma non è un evento concluso in sé stesso, ma racchiude in sé i germi di un nuovo inizio, così come già nella notte ci sono racchiusi i segni dell'alba。 Infatti, la caduta dell'Impero Romano si può leggere con due lenti bifocali。 Scrive Corrado Augias nella breve premessa: “La fine del mondo antico, della sua religione e dei suoi miti。 L’inizio dell’era cristiana, ovvero di una nuova religione e di nuovi miti。 Queste due letture si rispecchiano l’una nell’altra, ora antitetiche ora strettamente avvinte ma come lo sono due lottatori che si abbracciano nel tentativo di sopraffarsi。Chi legge avrà dunque sotto gli occhi un tramonto e un’aurora, un declino e un trionfo。 Preceduti da un’avvertenza。 Il sottotitolo del libro parla espressamente di «trionfo del cristianesimo» e questo in fin dei conti è stato。 Un trionfo plurisecolare。 La parola trionfo non deve far dimenticare però che l’assetto unitario di questa religione, quantomeno fino a Lutero e all’inizio della Riforma, nell’ottobre del 1517, è in realtà segnato da Chiese largamente autonome le une dalle altre, spesso in violento conflitto tra di loro, pronte a tacciarsi reciprocamente di eresia。 La storia del protocristianesimo è intessuta di controversie accese, non di rado intrisa di sangue。 Il lettore troverà solo in parte il resoconto di questi conflitti nelle pagine che seguono。 La narrazione ricostruisce soprattutto l’altro conflitto, quello tra i seguaci della tradizionale religione romana e i preoccupanti fedeli di un culto che si proclama l’unico e solo voluto da Dio。”Questo excursus attraverso i secoli, questo viaggio nel passato, corredato da foto e supportato da una faticosa ricerca documentale (Augias ha impiegato ventisei mesi a scrivere questo libro), ci aiutano a guardare a Roma come a ciò che questa città ha nella sua essenza: Roma è la città eterna。 E anche se è faticoso viverci, le sue pietre parlano dei fasti antichi。 “Esco brevemente dal seminato per citare la prima quartina di un sonetto composto dal geniale Giuseppe Gioacchino Belli il 1° febbraio 1833, dedicato appunto all’insigne piazza:Se pò ffregà Ppiazza-Navona miae dde San Pietro e dde Piazza-de-Spaggna。Cuesta nun è una piazza, è una campaggna,un treàto, una fiera, un’allegria…Gli scavi effettuati negli anni Trenta del Novecento, hanno riportato alla luce parte della struttura originaria cinque metri circa sotto l’attuale piano stradale。 Delle sue decorazioni faceva parte anche il troncone di statua chiamato popolarmente «Pasquino», al quale venivano appesi cartelli di protesta, in genere ferocemente sarcastici。”Ma Corrado Augias in questo suo libro non solo ci fa vedere come l'Impero Romano fu soppiantato dal trionfo del Cristianesimo, ma ci pungola: chi sei tu, lettore? Sei un credente o un non credente? Da quale parte ti schieri? “E Renan nei suoi ricordi giovanili riassume: «La teologia assomiglia a una cattedrale gotica: ne ha la grandezza, gli immensi vuoti e la poca solidità»。I dogmi religiosi però non possono essere analizzati alla sola luce della logica, sono argomenti sui quali è conveniente usare piú la fede che la ragione。 La parola Fede ha la stessa radice di Fiducia, credere non vuol dire sapere。 Come scriveva sant’Agostino: Nullus quippe credit aliquid, nisi prius cogitaverit esse credendum, «Nessuno senza dubbio crede in qualcosa se prima non ha saputo che bisognava credervi»。 Lo scrittore cattolico polacco, Jan Dobraczyński nelle sue Lettere di Nicodemo scrive qualcosa di analogo, in una celeberrima frase, particolarmente efficace: «Vi sono misteri nei quali bisogna avere il coraggio di gettarsi, per toccare il fondo, come ci gettiamo nell’acqua, certi che essa si aprirà sotto di noi。 Non ti è mai parso che vi siano delle cose alle quali bisogna prima credere per poterle capire?»”Una lettura molto interessante。 E da lettrice ribadisco il mio "Ho creduto, non perché ho veduto, ma perché ho investigato con la ragione e poi ad un certo punto mi sono abbandonata。" 。。。more